Istanbul, cosa vedere a Beyoğlu: AKM, Porto di Galata e novità - Dove Viaggi

2021-11-16 12:03:22 By : Mr. xiao liu

Home ›Galleria› Percorsi e Luoghi ›Istanbul: c'è qualcosa di nuovo a Beyoğlu. Dal centro culturale AKM al GalataPort, tutte le novità sul Bosforo

Un emisfero ricoperto da migliaia di ceramiche smaltate. Rosso come la bandiera della Turchia e come il tulipano, simbolo dell'impero che fu. Un enorme cuore splendente, che si intravede dalla facciata tutta in vetro del nuovo Centro Culturale Atatürk, appena inaugurato a Istanbul. Piazza Taskim torna a pulsare, dopo anni in cui mancava uno spazio capace di ospitare grandi eventi e mostre dalla dimensione internazionale. Ora l'imponente complesso AKM (Atatürk Kültür Merkezi) promette di riportare la metropoli del Bosforo nel circuito artistico mondiale, insieme al nuovo Beyoğlu Culture Route Festival che anima il già vivace quartiere intorno alla Torre di Galata. GalataPort, mastodontico progetto di riqualificazione del lungomare che ha restituito agli abitanti un'area chiusa e fatiscente da duecento anni, sta guidando anche il rilancio di Istanbul tra le principali mete turistiche. E che vuole attirare, con il primo terminal crociere sotterraneo al mondo, circa 1,5 milioni di passeggeri via mare e, più in generale, 25 milioni di visitatori l'anno, di cui 7 milioni di turisti stranieri. Lungo quel chilometro e mezzo di costa - ora trasformato in una passeggiata che offre uno skyline davvero unico, tra minareti, cupole e grattacieli - la vita notturna è già animata. Una naturale estensione dell'eccitazione che vive nella vicina area di Karaköy, che, insieme all'affollato viale İstiklal, alla sconfinata piazza Taksim e ai vicoli intorno ad Asmalı Mescit, rende il quartiere di Beyoğlu un caos sublime.

Un enorme complesso, composto da cinque edifici (95.596 metri quadrati totali), costruito in tempi record (poco più di due anni) con un grande investimento statale voluto dal presidente Recep Tayyip Erdoğan e dal ministro della Cultura e del Turismo, Mehmet Nuri Ersoy. L'Ataturk Kültür Merkezi rinasce ancora una volta dalle sue ceneri: è, dagli anni '60, un luogo del cuore per gli abitanti di Istanbul. Che lo ha visto andare in fiamme nel 1970, riaprire, cambiare nome nel 1977 (quello originale era Istanbul Culture Palace) e chiudere nel 2008. Poi, nel 2018, la decisione di demolire tutto e ricostruire da zero. Mantenendo però la facciata tutta in vetro, che nel corso dei decenni è diventata un'icona irrinunciabile di piazza Taskim. LEGGI ANCHE: L'innocenza di Istanbul al museo. E in un film Ma gli spazi interni sono stati completamente ridisegnati, a cominciare dalla scenografica Sala Concerti del Teatro dell'Opera, racchiusa nel cuore rosso: una sala da 2.040 posti dotata delle più moderne tecnologie, con un'ottima acustica. È l'orgoglio del nuovo AKM, che conquista il visitatore anche con altri spazi, luminosi e dal design raffinato, in cui i materiali tradizionali dell'arte decorativa islamica - come la ceramica e il legno - sono stati plasmati secondo schemi contemporanei: un teatro di prosa, una galleria, un cinema, una sala polivalente, una biblioteca (specializzata in musica, arte, architettura e design), un centro d'arte per bambini, il ristorante in terrazza, la caffetteria, il negozio di design e alcune piattaforme multimediali dove divertiti, attivando, passo dopo passo, luci e musica. LEGGI ANCHE: Istanbul sottosopra: gli scatti delle montagne russe di Aydin conquistano il Network A firmando il mega-progetto, Murat Tabanlıoğlu, figlio di Hayati Tabanlıoğlu, architetto che progettò il primo centro nel 1956. Un'eredità e un simbolo di un repubblicano fatto di cemento e il vetro, che, passando di mano in mano, di lastra in lastra, ha attraversato decenni di storia turca.

Più ardito, nel corso dei secoli, il passaggio del testimone tra Mi'mār Sinān, il famoso architetto dell'Impero Ottomano (contemporaneo di Michelangelo e Palladio) che rese magnifica Istanbul, e Renzo Piano. I loro nomi galleggiano insieme sulla sponda occidentale del Bosforo, lungo il nuovo lungomare di GalataPort. Il primo è intitolato al Museo di Pittura e Scultura dell'Università di Belle Arti "Mimar Sinan" di Istanbul, uno dei due spazi espositivi coinvolti nel progetto. L'altro museo, l'Istanbul Modern, è stato invece firmato dall'architetto genovese. Ma qui i genovesi sono di casa da oltre un millennio: sbarcarono sul Corno d'Oro nel Medioevo, costruirono la torre e il quartiere di Galata (il nucleo storico di Beyoğlu) come colonia del Superbo e crearono un ponte tra Est e Ovest. E oggi il nuovo Beyoğlu, con l'AKM e il GalataPort, si conferma il volto più europeo di Istanbul. Quella che riaprirà al mondo la "Porta Sublime". SCOPRI tutti i segreti di AKM, GalataPort e Beyoğlu NELLA GALLERIA

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