Napoli, Filomena uccisa con 30 coltellate

2022-07-01 19:04:37 By : Mr. Leo Li

NAPOLI (Gianmaria Roberti e Ugo Clemente)- Una banale lite per l’uso di un videogioco, sfociata in una tragedia inimmaginabile, scandita da attimi di inaudita violenza. Filomena Galeone,  psichiatra 61enne di Santa Maria la Fossa (in provincia di Caserta) – secondo la ricostruzione degli inquirenti – è stata ammazzata in casa, con circa 30 coltellate dal figlio 17enne. Sul suo corpo è stata già disposta l’autopsia, che sarà effettuata nelle prossime ore. Per il presunto omicida  – nato in Lituania e adottato da una coppia di medici – è scattato il fermo nella notte tra mercoledì e giovedì. Il provvedimento, disposto dal pm Fabrizia Pavani della Procura per i minorenni di Napoli e in attesa di convalida, è arrivato dopo l’interrogatorio del minore, effettuato all’ospedale Pellegrini. Il ragazzo è stato medicato per alcuni tagli alle mani. Il terribile fatto di sangue si è verificato mercoledì sera alle Rampe San Giovanni Maggiore a Napoli, una traversa di via Mezzocannone.

Vicini di casa e passanti, attirati dalle urla del giovane, non hanno potuto fare altro che attendere l’arrivo delle forze dell’ordine.

Il ragazzo, con le mani sporche di sangue, si è affacciato dal balcone dell’abitazione di famiglia, al primo piano. Si agitava, apparentemente sotto choc. Gridava che la madre voleva ammazzarsi. Dalla strada i presenti hanno ripreso la scena con il cellulare e i video sono stati condivisi nelle chat e sui social. Le forze dell’ordine, intervenute sul posto su segnalazione dei residenti, sono riuscite a entrare nell’appartamento grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco, che hanno forzato una delle finestre dell’appartamento al primo piano. Il 17enne, infatti, si era barricato in casa. Il corpo della madre, già privo di vita, giaceva sul pavimento, in una pozza di sangue.

Gli investigatori hanno accertato che al momento dei fatti il padre non era nell’abitazione. E’ un medico in servizio al Cto e docente universitario. La vittima, Filomena Galeone, per tutti Mena, lavorava invece all’Asl di piazza Nazionale. Nella struttura sanitaria era dirigente responsabile dell’unità operativa di assistenza anziani. Entrambi, marito e moglie, sono molto conosciuti in zona, professionisti  affermati e stimati.

Non sembra che il 17enne abbia mai mostrato atteggiamenti aggressivi o violenti in precedenza. In passato sarebbe scappato una volta di casa, come fanno tanti adolescenti. Non era mai stato in cura per disturbi del comportamento. Anzi, ambienti vicini alla famiglia parlano di «un buon rapporto con la madre». Tuttavia, «è evidente – dice l’avvocato Ilaria Criscuolo, difensore del giovane – che  un gesto del genere ha radici più profonde, perché data la modalità, non può essere spiegato razionalmente».

Allo stato attuale delle indagini pare che sia stata accantonata l’ipotesi della premeditazione. Un delitto di impeto e rabbia, consumato con un coltello. L’arma, presumibilmente, è stata presa in cucina. A scatenare la furia omicida sarebbe stato un diverbio tra madre e figlio. Un semplice rimprovero da parte della donna, che in quel momento era stesa sul letto. Il ragazzo stava giocando alla PlayStation. Poco prima sarebbe sceso in strada per comprare una ricarica da 100 euro per la console. Troppo tempo trascorso a giocare ai videogiochi, secondo la mamma. Per questo avrebbe rimproverato il figlio, invitandolo a non perdere altro tempo e ad aprire i libri di scuola. Una ramanzina a cui il ragazzo avrebbe reagito con un raptus di violenza. Si sarebbe avventato sulla madre, massacrandola con decine di coltellate. Un’esplosione di ferocia del tutto imprevedibile.

Le sue mani ricoperte di sangue, con segni evidenti di ferite. Mentre la madre giaceva riversa a terra, ormai senza vita. Così gli agenti di polizia hanno ritrovato il 17enne, in evidente stato confusionale e con gli arti superiori insanguinati. Un aspetto che ha reso necessario per lui il trasferimento al vicino ospedale Vecchio Pellegrini, dove i medici gli hanno suturato le lesioni che presentava ai polsi e ai palmi delle mani. Dopo qualche ora in cui è stato tenuto sotto osservazione in ospedale per monitorare le sue condizioni di salute, il 17enne è stato condotto al Centro per la giustizia minorile dei Colli Aminei. Con la garza che avvolgeva i suoi arti superiori, con le mani fasciate, per coprire i punti di sutura che gli operatori sanitari gli avevano praticato per curare le sue ferite. Quei tagli che lui stesso si sarebbe cagionato nella furia che avrebbe innescato l’aggressione e l’accoltellamento della madre Filomena Galeone. Il 17enne resterà nel Centro napoletano per il tempo strettamente necessario per procedere all’eventuale convalida del fermo che, se confermata, farebbe scattare il trasferimento in uno dei due istituti penali per minorenni, a Nisida o ad Airola. 

E’ stato ascoltato a lungo, il 17enne originario della Lituania sottoposto a provvedimento di fermo per l’assassinio della madre, Filomena Galeone, psichiatra 61enne di Santa Maria la Fossa, in provincia di Caserta, e da tempo residente a Napoli. Il giovane, assistito dall’avvocato Ilaria Criscuolo, del Foro di Napoli, era in evidente stato di choc, disperato per la gravità di quanto accaduto. Quegli attimi terribili, gli ultimi minuti della stimata professionista che anni fa lo aveva adottato, erano ancora impressi nella sua mente come un marchio di fuoco.

Durante l’escussione ci sono state delle parziali ammissioni sul fatto. Il ragazzo ha mostrato disperazione e rimorso quando ha raccontato come la scure della morte si sia abbattuta sulla sua famiglia, come un fulmine a ciel sereno. Un pomeriggio come tanti, turbato da una lite improvvisa, dalle urla di rabbia. Poi la violenza, il sangue, infine il silenzio. E ancora le lacrime, versate sul balcone della casa in cui il giovane si è barricato, fino all’arrivo delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco. Troppo presto per comprendere cosa abbia scatenato l’inferno in quell’appartamento al secondo piano di via Rampe San Giovanni Maggiore, nel pieno centro di Napoli, mentre fuori dalle finestre risuonavano le voci e i suoni che riempiono il centro storico di Napoli, soprattutto durante i mesi caldi.

L’udienza di convalida del fermo si terrà oggi ed è probabile che il 17enne ribadisca il suo pentimento per quanto avvenuto. E’ possibile, in ogni caso, che venga chiesta una perizia psichiatrica per accertare la sua effettiva capacità di intendere e di volere nella concitazione di quegli attimi. In questa fase, però, nessuno si sbilancia. E’ un momento difficile, quello in cui i protagonisti di una tragedia del genere cominciano a fare i conti con la realtà. Da ora in poi, per ciascuno di loro cambierà tutto.

Le urla di disperazione mentre volgeva lo sguardo alla strada. Forse invocando aiuto, sotto gli occhi di decine di curiosi, pronti ad immortalare la scena. Il 17enne ha fatto capolino sul balcone, gridando frasi sconnesse dopo il delitto, muovendosi in chiaro stato confusionale. In pochi avrebbero immaginato cosa nascondesse alle sue spalle, nell’abitazione di via Rampe San Giovanni Maggiore, una traversa di via Mezzocannone che brulicava di giovani, come ogni sera. Nel cuore della borghesia partenopea si era consumata una tragedia, mentre ai tavoli dei numerosi locali del centro storico la movida si accingeva a proseguire indisturbata fino a tarda notte. Lo strazio di una famiglia distrutta, di quel ragazzo che urlava dal balcone, ha turbato la serenità di un quartiere in cui quelle immagini di morte hanno squarciato la vita intensa del centro storico. Frasi incomprensibili, quasi farfugliate dal 17enne, che ha cercato di rivolgersi alla platea sottostante, balbettando parole che facevano riferimento alla madre, Filomena Galeone, psichiatra di Santa Maria della Fossa, che intanto giaceva immersa in una pozza di sangue. Dal basso, c’era chi riprendeva la sua disperazione con lo smartphone, pronto ad attivare la modalità video per immortalare quella variazione sul tema di una serata che aveva preso una piega diversa da quella immaginata. Video da almeno due angolazioni diverse sono stati diffusi nelle scorse ore, mentre poco dopo da quel palazzo sarebbe uscita la salma di Filomena, trasportata dai necrofori verso il portellone dell’auto che la avrebbe condotta all’obitorio. A due passi da quei locali brulicanti di vita. La vita intensa che non accenna a fermarsi neppure dinanzi alle tragedie. 

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