Speciale padel: i materiali, dal sottofondo alle pareti - Sport&Impianti - Sport e Impianti

2022-06-24 19:07:33 By : Ms. Sally Zhang

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TSPORT è il bimestrale bilingue, che si propone costantemente ai suoi lettori con informazioni precise e aggiornate su progetti e realizzazioni, gestione, politica sportiva, prodotti, normative.

Le SCHEDE TECNICHE sono fra le più importanti e originali iniziative di Tsport che le pubblica al suo interno fin dalle sue prime uscite. La raccolta delle schede tecniche è pubblicata su CD.

Gli INSERTI TECNICI costituiscono monografie complete utili alla progettazione e realizzazione di specifiche tipologie di impianto.

La MAPPA DEI FORNITORI viene pubblicata annualmente in due lingue e contiene informazioni sulle aziende che operano nel mondo della costruzione degli impianti sportivi.

TUTTERBA è il trimestrale ad ampia diffusione dedicato alle pavimentazioni per lo sport in erba naturale e artificiale. I contenuti spaziano dalla presentazione di realizzazioni all'informazione su tecnologie, tipologie, novità; dai suggerimenti alle discussioni alle analisi delle procedure.

In base alle Regole della FIT, La superficie del campo può essere di conglomerato poroso o di cemento, di materiale sintetico o di erba artificiale, purché il materiale consenta il rimbalzo regolare della palla ed eviti l’accumulo di acqua.

Sono inoltre specificati i colori, preferibilmente verde, azzurro o terracotta, o loro varianti di tono, uniforme per l’intera superficie, chiaramente diverso dal colore delle pareti. Il colore nero è accettabile solo in impianti al chiuso. I pavimenti sintetici o in erba artificiale debbono avere le caratteristiche conformi alle specifiche UNE 41.958 IN per le pavimentazioni sportive. I requisiti in particolare sono quelli precisati in tabella a qui sotto; i valori sono riferiti ai manti in erba artificiale, solo il rimbalzo verticale è prescritto anche per le superfici sintetiche. Come per tutte le superfici sportive, però, prima ancora della scelta del manto è necessario preoccuparsi del sottofondo: un manto perfetto su un sottofondo sbagliato compromette l’intero impianto.

La superficie deve avere una planarità tale che le differenze di livello interne siano inferiori a 3 mm di media, con misure di 3 m (1/1000). In superfici non drenanti, le pendenze massime trasversali di evacuazione sono dell’1% e sempre iniziando dal centro verso l’esterno del campo. In superfici non drenanti è valida una pendenza dello 0%. Deve quindi essere prevista una platea in calcestruzzo dello spessore di 20 cm, armata con rete elettrosaldata, che potrà essere delimitata da un cordolo in c.a.. Adottando un sottofondo in cemento compatto, quindi non drenante, sarà necessario realizzare le pendenze per lo smaltimento delle acque meteoriche se il campo è esterno. Da tenere presente che il calcestruzzo industriale è particolarmente duro e può determinare un rimbalzo più rapido della palla. L’alternativa è l’uso del calcestruzzo drenante, che non necessiterà di pendenze neanche all’esterno.

Occorre infine ricordare che, se si prevede di dotare il campo di una copertura, questa richiederà un ancoraggio al perimetro, il che presuppone la realizzazione di un cordolo opportunamente dimensionato, come vedremo meglio nella pagina dedicata alle coperture.

Tralasciando la possibilità di giocare direttamente su una superficie in cemento, le opzioni per la scelta del manto sono due: la resina o l’erba sintetica. Quest’ultima è oggi la soluzione maggiormente richiesta. Il manto in erba per il padel, a differenza da quello destinato al calcio, ha un’altezza del pelo limitata a un massimo di 15 mm, ed è intasata solo con sabbia. In effetti, ci sono tre diverse tipologie di fibra utilizzabili per i campi da padel: il monofilamento, il testurizzato e il fibrillato.

Nei tornei internazionali – come nel World Padel Tour – viene utilizzato prevalentemente il manto testurizzato. Questa tipologia richiede minore quantità di sabbia come intaso, migliora la stabilità del campo e assorbe meglio gli urti. Le fibre testurizzate del manto incapsulano completamente il riempitivo in sabbia, garantendo un eccellente risultato estetico, uniformità della superficie di gioco, e minimo rischio di abrasioni da sfregamento in caso di scivolamenti o cadute. Oltre ad essere più costosa, tuttavia, è sottoposta a maggiore stress e comporta quindi un minor ciclo di vita.

I manti realizzati con monofilamento, anch’essi utilizzati a livello professionale, sono realizzati con l’estrusione della singola fibra, senza alcuna processo addizionale nella fabbricazione: in tal modo il filamento ha una durata maggiore e può essere sottoposto a stress elevati. Il gioco risulta più lento dato che il filato tende a frenare il rimbalzo della pallina.

Il manto fibrillato, infine, è realizzato attraverso l’estrusione della fibra a sezione costante che viene a sua volta divisa in filamenti più piccoli; il processo è più economico ma la fibra ha minore resistenza e tende più facilmente ad arricciarsi. Ai fini del gioco, questo manto consente una maggiore velocità. Risulta particolarmente adatto per la posa outdoor.

L’impiego per il padel di superfici in resina sintetica, analoghe a quelle per gli impianti multisport, è una alternativa valida purchè sia studiata espressamente per le prestazioni atletiche connesse con questo sport. In particolare, una stratigrafia che preveda, al di sotto dello strato superficiale, un materassino ammortizzante, unisce alla spinta meccanica un elevato assorbimento d’urto, migliorando il comfort di gioco. La capacità di assorbimento di energia può essere superiore fino al 60% rispetto a un manto in erba sintetica da 12 mm, con un valore di deformazione verticale superiore di circa il 40%.

Le diverse tipologie di superficie in resina possono essere scelte per ottenere diversi valori di scivolamento, modificando il grip della resina o la quantità di EPDM nei manti che hanno questo tipo di finitura. L’uso della resina consente, peraltro, di variare i colori a piacimento, anche contravvenendo – in casi di impianti non agonistici – alla regola del “colore uniforme”.

In origine, il padel era giocato con le pareti in muratura, e il regolamento riporta ancora questa soluzione- base: sembra che l’idea sia nata proprio dalla opportunità di giocare a tennis in una corte circondata da muri, coinvolgendo i muri stessi nel gioco.

Si sa che con lo svilupparsi dello sport con la partecipazione del pubblico, il vetro è diventato l’elemento principale che contraddistingue il campo da padel, con tutte le incertezze normative che sono emerse negli ultimi mesi (almeno in Italia). In base al regolamento FIT, dunque, il campo è recintato per tutta la sua estensione, nel fondo per m 10 di larghezza interna e lateralmente per m 20 di lunghezza interna. Le recinzioni sono costituite da pareti costruite con materiali che consentono un rimbalzo regolare della palla e zone di rete metallica dove il rimbalzo è irregolare (attenzione: la traduzione, nel regolamento pubblicato, non è altrettanto chiara).

Nei lati corti (fondi) la recinzione è alta complessivamente 4 m, composta per i primi tre metri da parete in qualsiasi materiale trasparente o solido, e per l’ultimo metro da rete metallica. Per i lati lunghi del campo, sono ammesse quattro diverse varianti geometriche, che hanno in comune l’altezza di tre metri per l’intera lunghezza e alcune parti alte fino a 4 metri che non partecipano al “rimbalzo” della palla.

Ed ecco la specifica dei materiali da adoperare. Le pareti possono essere di qualsiasi materiale trasparente o opaco (cristallo, mattoni, ecc.), purché abbiano un’adeguata consistenza per un rimbalzo della palla regolare ed uniforme. Qualunque materiale usato deve presentare una superficie uniforme, dura e liscia, senza alcuna asperità, che consenta il contatto del corpo o lo scivolamento della palla. Il colore delle pareti opache deve essere unico, uniforme e preferibilmente verde, blu o terracotta e chiaramente diverso dal colore della superficie di gioco. Possono riportare un marchio, stampato o dipinto, ma non più di uno per ogni parete e con dimensioni e colori tali da non interferire con la visione dei giocatori.

Per i campi con parete in cristallo, il regolamento internazionale impone (per l’Europa) il rispetto della norma UNI EN 12150-1 relativa alle lastre di vetro temperato. Questa indicazione ha generato l’erronea interpretazione che fosse prescritto il vetro temperato e non ammesso il vetro stratificato: equivoco aggravato dal varo – nella scorsa estate – dell’aggiornamento della norma tecnica Uni 7697 sui criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie, che ha voluto indicare il vetro stratificato come soluzione da scegliere per il padel. Ricordato che la norma tecnica UNI è di applicazione volontaria e non cogente se non è richiamata esplicitamente nelle norme regolamentari, e che il vetro stratificato si costruisce usando lastre di vetro temperato (realizzate singolarmente nel rispetto della UNI EN 12150), si deve puntualmente ammettere che – presentando reciproci vantaggi e svantaggi – entrambi i tipi di vetro possono legittimamente essere adoperati.

La FIT, per maggior chiarezza, ha ritenuto di inserire una nota al regolamento in vigore, aggiornato al marzo di quest’anno, in cui si specificano gli spessori minimi che i due tipi di vetro devono avere, ammettendo pertanto l’ammissibilità di entrambe le soluzioni. Potrà quindi essere adoperato il vetro temperato da 10 o da 12 mm, o il vetro stratificato da 6+6 mm.

Per quanto riguarda le strutture portanti, nulla è prescritto e nulla è vietato; va però ricordato che, trattandosi a tutti gli effetti di una costruzione, il perimetro del campo da padel deve comunque rispondere alle vigenti norme tecniche e di sicurezza. Starà al progettista dimostrare che l’intera struttura – composta da fondazioni, elementi portanti e pannelli vetrati o grigliati – sia conforme alle Norme Tecniche per le Costruzioni (DM 17 gennaio 2018 e relativa circolare esplicativa, note come NTC 2018) e che quindi sia in grado di resistere alle sollecitazioni (da quelle sismiche, al vento, alle spinte orizzontali accidentali).

La struttura portante più diffusa è costituita da tubolari quadri in acciaio zincato (dove lo spessore però fa la differenza); così come ne vengono proposti in lega di alluminio strutturale. I campi di tipo “panoramico” limitano gli elementi verticali ai soli angoli, e quelli “superpanoramici” fanno a meno anche di questi ultimi: la rigidità dell’insieme deve essere però garantita da un profilo orizzontale che raccordi tutti gli elementi, studiando le migliori soluzioni per ottenere la voluta rigidità dei pannelli ad esso sospesi. Sono sempre più importanti, nelle diverse soluzioni proposte dai produttori, gli elementi di fissaggio e le guarnizioni tra elemento ed elemento.

In fase di ricerca è l’impiego di altri materiali, come la vetroresina, che uniscono doti di elasticità e resistenza, eliminando del tutto i rischi di deterioramento dovuti all’ossidazione e alla ruggine; l’applicazione già in corso su diversi campi consente alle aziende di apportare ulteriori migliorie per applicazioni in futuro ancora più performanti.

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