Rete Gargano - L'informazione del promontorio
Facile puntare il dito sui cambiamenti climatici per cercare un colpevole a cui affibbiare colpe per lo stato sempre più comatoso del lago di Varano. Acque sporche, moria di ostriche, relitti abbandonati lungo il canale, reti abusive disseminate un po’ ovunque, colate di cemento, case che spuntano come funghi e tanta plastica che poi si disperde nella laguna. Senza dimenticare lo scarico in acqua di rifiuti rivenienti dalla pesca dei molluschi come accertato in una recente inchiesta coordinata dalla Procura della repubblica presso il Tribunale di Foggia.
E’ quello che accade tutti i giorni in una delle aree più belle del Parco nazionale del Gargano. Dove abusi, prepotenze e silenzi omertosi sono il pane quotidiano. Basta salpare dal canale dove fa bella mostra un peschereccio, con tanto di numero di immatricolazione del Compartimento marittimo di Palermo, acquistato in Sicilia da un armatore di un paese limitrofo, svuotato di motori e quanto di utile ci poteva essere e con il fasciame abbandonato al suo destino da anni. E nessuno sa se nei serbatoi ci sia ancora del combustibile. E’ posizionato di fronte alla caserma della brigata di Capojale della Guardia di finanza. Come nei pressi della sede delle “Fiamme Gialle” si trova un cantiere navale edificato su un’area non consentita, con tanto di sentenza del Consiglio di stato che ne decreta l’abbattimento e il ripristino dei luoghi ma che resta ancora lì nonostante un’ordinanza di demolizione firmata dal sindaco di Cagnano (cosa si aspetta a renderla operativa?).
Basta navigare lungo il canale e t’accordi di altri relitti, barche ormeggiate da anni e abbandonate al loro destino, banchine di cemento che scivolano nell’acqua… a uso e consumo di chi ha ritenuto opportuno realizzare porticcioli… casalinghi. Di tutto di più.
Entri nel lago e la situazione non cambia. Nemmeno le tante fonti di acqua sorgiva posizionate lungo il periplo est riescono a tenere pulite le acque di Varano, per secoli fonte di sostentamento di centinaia di famiglie di Cagnano. Boe di plastica ovunque, bottiglie, e impianti abusivi di pesca che costringono natanti e pescatori a effettuare gimkane per evitare di rimanere impigliati con le eliche del motore. Senza dimenticare i danni inflitti a un già debole ecosistema. E che dire delle case le cui volumetrie variano giorno dopo giorni, con sentieri per “innocenti” e salutari tour familiari che in un’area protetta non dovrebbero essere così facili da realizzare.
Il lago di Varano è sempre più terra di nessuno, Con abusi e soprusi.
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